Solitudine

Poesia di Mihai Eminescu

Le tende ormai calate, 
Siedo al tavolo d' abete, 
Nel camin crepita il fuoco, 
Mentre vo sopprapensiero.

Nella mente vanno a stuoli 
Dolci inganni. E ricordi 
Stridon lievi, come grilli  
Tra annosi neri muri.

Oppur piovono nell' alma 
E si frangon grevi e tristi 
Come gocciola la cera 
Ai piedi di Gesù Cristo.

Nella stanza ai cantoni 
Pendono le ragnatele, 
E tra i libri a cataste 
Frusciano furtivi i topi.

E in questa dolce quiete 
Alzo gli occhi al plafone 
E li ascolto rosicchiare 
Dure copertine e fogli.

Quante volte ebbi in mente 
D' appender  la lira al chiodo, 
Metter fine alla poesia, 
Metter fine al deserto;

Ma allora grilli, topi, 
Con il loro picciol passo, 
Mi riportan la tristezza  
Che sempre in verso muta.

Qualche volta. . . Raramente. . . 
Che pel lume stesso è tardi, 
Sento il cuor rabbrividire 
Se il saliscendi stride. . .

Ecco Lei. Per quanto vuota  
La casa se ne riempie, 
Nel telaio di sventura, 
Qual icona, ecco, splende.

E m' indispettisce il tempo 
Che non ferma il suo correr, 
Quando insieme sussurriamo, 
Le mani le labbra giunte.