I vinti

Poesia di Ada Negri

Sono cento, son mille, son milioni.
Son orde sconfinate.
Sommesso rombo di lontani tuoni
Han le file serrate.
 
S'avanzan sotto il rigido rovaio
Con passo uguale e tardo.
Nuda è la testa, l'abito è di saio,
Febbricitante il guardo.
 
Essi cercano me.—Tutti son giunti.—
Fluttuando com'onda
Di grigie forme e di volti consunti,
La turba mi circonda.
 
Mi pigia, mi nasconde, m'imprigiona;
Sento i rôchi respiri,
Il lungo pianto che nel buio suona,
Le bestemmie, i sospiri.
 
«Noi veniam dalle case senza fuoco,
Dai letti senza pace,
Ove il corpo domato a poco a poco
Piega, s'arrende, giace.
 
Veniam dagli angiporti e dalle tane,
Veniam dai nascondigli,
E gettiam su la terra un'ombra immane
Di lutto e di perigli.
 
Noi lo cercammo un ideal di fede,
Ed esso ci ha traditi.
Noi cercammo l'amor che spera e crede,
Ed esso ci ha traditi.
 
Noi l'oprar che rigenera e rafforza
Cercammo, e ci ha respinti.
Ov'è dunque la speme?… Ove la forza?…
Pietà!… Noi siamo i vinti.
 
…. Sopra e d'attorno a noi, del sol raggiante
Ne la gran luce d'oro,
Scoppia e trasvola il vasto inno festante
Del bacio e del lavoro:
 
Ferreo serpe, il vapor passa e rimbomba
Sotto montana vôlta,
Chiama l'industria con guerriera tromba
Menti e braccia a raccolta:
 
Mille bocche si cercan desïose
Innamoratamente,
Mille vite si lancian generose
Nella fornace ardente;
 
E inutili siam noi!..—Chi ci ha gettato
Su la matrigna terra?…
Il sospiro del cor chi ci ha negato?
Chi ne opprime e ne atterra?…
 
Qual odio pesa su di noi?… Qual mano
Ignota ci ha respinti?…
Perché il cieco destin ci grida: Invano?…
Pietà!… Noi siamo i vinti.»