La natura

Poesia di Dmitrij Kedrin

Traduzione di Paolo Statuti
Che fare? Mi siederò su una pietra,
Ascolterò il pianto del rigogolo.
Vedrò le case con le tavole inchiodate,
Abbandonate dagli abitanti.

Ancora non è un anno da quando
Hanno taciuto i loro passi.
Ma sembra che la natura sia felice
Che la gente se ne sia andata.

I vicini di notte furtivamente
Hanno tolto gli steccati per fare legna,
Sui lisci campi di cricket
Cresce verde l’erba.

Dimenticati gli ultimi proprietari,
Tutta la casa s’è inselvatichita,
Sulle pareti, sui tetti, sulle imposte
Il muschio avanza senza fatica.

Dal verde selvatico rampicante
La soglia ormai è ostruita,
Dappertutto imperversa la fragola,
Che prima a crescere non riusciva.

E se prima nei nidi gli stornelli
Si ambientavano a stento,
Adesso i fringuelli di primavera
Fanno un chiassoso concerto!

Sembra che dal nostro secolo
Siano passati secoli di abbrutimento…
Così la natura le tracce dell’uomo
Fa sparire in un momento!