Arte

Poesia di Nikolaj Zabolockij

Traduzione di Paolo Statuti
L’albero cresce, facendo ricordare
Una naturale colonna di legno.
Da essa si diramano le membra
Vestite di foglie rotonde.
L’unione di tali alberi
Forma un bosco, un querceto.
Ma la definizione di bosco è imprecisa
Se mostriamo solo la struttura formale.
 
Il grosso corpo di una vacca
Disposto su quattro estremità,
Coronato dalla testa come cattedrale
E da due corna (come luna al primo quarto),
Sarà anch’esso incomprensibile,
Sarà anch’esso inconcepibile,
Se dimentichiamo la sua importanza
Sulla mappa dei viventi di tutto il mondo.
 
Una casa, una costruzione di legno,
Eretta come cimitero di alberi,
Composta come capanno di cadaveri,
Come pergola di morti, –
Per chi dei mortali è comprensibile,
Per chi dei viventi è accessibile,
Se dimentichiamo l’uomo,
Che l’ha sgrossata e costruita?
 
L’uomo, sovrano del pianeta,
Signore del bosco di legno,
Imperatore della carne di vacca,
Geova di una casa a due piani, –
 
Egli anche il pianeta governa,
Egli anche i boschi abbatte,
Egli anche la vacca sgozzerà,
E pronunciare una parola non può.
 
Ma io sono uniforme,
Ho messo in bocca un lucente zufolo,
Ho soffiato e, docili al respiro, le parole
Volate nel mondo, sono diventate oggetti.
 
La vacca mi ha cucinato la polenta,
L’albero ha letto una favola,
E le morte casette del mondo
Saltavano come fossero vive.