Chiaro di luna
Poesia di Victor Hugo
Per amica silentia lunae. Virgilio La luna era serena e giocava sull’acqua. Libera infine e aperta la finestra alla brezza, e la sultana osserva: il mare che si frange laggiù e gli scogli neri ricamati d’argento. La chitarra vibrando le scivola di mano, ascolta l’eco sorda d’un opaco rumore: forse un vascello turco, coi suoi tartari remi dalle spiagge di Kos si muove ai lidi greci? O sono i cormorani coi loro tuffi lenti e con le ali imperlate dall’acqua appena mossa? O di un ginn lassù soffia la smorta voce e pietre dalla torre fa cadere nel mare? Chi vicino al serraglio osa turbare l’acqua? Né il cormorano nero dall’onda carezzato; né pietre delle mura, nè il suono cadenzato di un vascello che arranca sull’acqua con i remi. Sono sacchi pesanti da cui viene un lamento. Si vedrebbe scrutando l’acqua che li sospinge come una forma umana tentare un movimento… La luna era serena e giocava sull’acqua.